DeepSeek bloccato in Corea del Sud per un motivo molto serio
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La crescita rapida di DeepSeek ha attirato l’attenzione di molti Paesi sul tema della sicurezza e della privacy. Sebbene il chatbot AI sia accessibile da varie regioni del mondo, la Corea del Sud ha scelto una linea dura, arrivando a vietare il servizio a causa di preoccupazioni legate alla gestione dei dati. Secondo un recente report, dietro la decisione ci sarebbero motivazioni fondate, visto che DeepSeek avrebbe trasmesso dati personali e prompt degli utenti all’estero senza consenso.
Trasferimento dei dati scoperto dopo il lancio

La questione è emersa dopo il debutto di DeepSeek in Corea del Sud, avvenuto a gennaio 2025. A segnalare l’irregolarità è stata la Personal Information Protection Commission coreana, che in una nota ufficiale ha accusato DeepSeek di aver inviato informazioni personali degli utenti a diverse società situate in Cina e negli Stati Uniti. Queste operazioni, secondo l’agenzia, sarebbero avvenute senza la necessaria autorizzazione da parte degli utenti, violando quindi le norme vigenti in materia di privacy.
Dettagli sulle informazioni trasmesse
Secondo quanto riportato, DeepSeek avrebbe trasferito non solo dati anagrafici e informazioni di rete degli utenti sudcoreani, ma anche prompt inseriti nell’AI chatbot, dati relativi ai dispositivi, alle applicazioni utilizzate e alle connessioni di rete. Uno dei destinatari principali sarebbe stata la società cinese Beijing Volcano Engine Technology. DeepSeek ha giustificato il trasferimento come necessario per il miglioramento dell’esperienza utente, ma ha ammesso di non aver rispettato tutte le indicazioni dell’autorità sudcoreana per la protezione dei dati.
In seguito alle indagini, il servizio DeepSeek è stato completamente sospeso in Corea del Sud già a febbraio 2025. L’azienda, per rispondere alle richieste del garante, ha bloccato il trasferimento dei prompt AI dal 10 aprile, ma ciò non è bastato a ripristinare il servizio. La commissione sudcoreana ritiene infatti che l’azienda debba essere più trasparente sulle modalità di trattamento dei dati personali, prima di poter essere nuovamente autorizzata nel Paese.
Sicurezza, trasparenza e rapporti internazionali
La vicenda ha sollevato interrogativi anche a livello internazionale, tanto che il Ministero degli Esteri cinese ha dichiarato ufficialmente che il governo non chiede e non chiederà mai alle aziende AI di raccogliere dati personali in modo illecito. Tuttavia, la Corea del Sud rimane prudente e il servizio DeepSeek, al momento, resta inaccessibile nel Paese.
Il caso DeepSeek mette in luce quanto sia centrale, nel settore dell’intelligenza artificiale, il rispetto delle normative sulla privacy e la necessità di trasparenza nel trattamento dei dati personali. Soltanto chiarendo le sue pratiche e ottenendo la piena fiducia delle autorità, DeepSeek potrà auspicare a un ritorno in mercati sensibili come quello sudcoreano.