WhatsApp prende esempio da Apple e introduce l’elaborazione privata per l’IA senza sacrificare la privacy

WhatsApp prende esempio da Apple e introduce l’elaborazione privata per l’IA senza sacrificare la privacy Meta ha annunciato un’importante novità per WhatsApp, ispirandosi stavolta ad Apple. Per integrare le funzionalità di intelligenza artificiale senza compromettere la privacy degli utenti, la piattaforma di messaggistica crittografata utilizzerà una tecnologia chiamata Private Processing. Il sistema ricalca in modo pressoché identico l’approccio adottato da Apple con il suo Private Cloud Compute (PCC), l’infrastruttura che [...]

Apr 30, 2025 - 16:54
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WhatsApp prende esempio da Apple e introduce l’elaborazione privata per l’IA senza sacrificare la privacy

WhatsApp prende esempio da Apple e introduce l’elaborazione privata per l’IA senza sacrificare la privacy

Meta ha annunciato un’importante novità per WhatsApp, ispirandosi stavolta ad Apple. Per integrare le funzionalità di intelligenza artificiale senza compromettere la privacy degli utenti, la piattaforma di messaggistica crittografata utilizzerà una tecnologia chiamata Private Processing.

Il sistema ricalca in modo pressoché identico l’approccio adottato da Apple con il suo Private Cloud Compute (PCC), l’infrastruttura che protegge la privacy dell’utente nei servizi basati sull’intelligenza artificiale di Apple Intelligence.

In sostanza, tutto ciò che può essere elaborato sul dispositivo resta sul dispositivo stesso, senza che i dati personali vengano inviati a server esterni. Quando invece è necessaria una potenza di calcolo superiore, si fa ricorso al cloud. Anche in questo caso, però, la privacy resta blindata, in quanto i dati sono crittografati end-to-end e Meta non può accedervi. Inoltre, i dati vengono gestiti tramite un sistema chiamato stateless computation che garantisce l’eliminazione totale delle informazioni personali non appena l’elaborazione termina. È come se quei dati non fossero mai esistiti.

La società afferma che anche il suo sistema sarà verificabile pubblicamente, consentendo ai ricercatori di sicurezza di ispezionare liberamente il funzionamento di Private Processing. Un elemento fondamentale per costruire fiducia in un momento in cui l’integrazione dell’IA nelle app sta suscitando più dubbi che entusiasmo.

Proprio WhatsApp è finita sotto i riflettori per una questione simile. Negli ultimi giorni, diversi utenti hanno segnalato la comparsa forzata del logo “Meta AI” nella schermata delle chat o di un nuovo campo “Chiedi a Meta AI o Cerca” nella barra di ricerca. Il problema? Non esiste alcun modo per rimuoverlo. Una situazione che ha fatto infuriare molti, al punto che la giornalista del Guardian Polly Hudson ha paragonato l’iniziativa all’episodio del famigerato album degli U2 preinstallato da Apple anni fa.

Il timore principale riguarda la possibilità che l’IA legga i messaggi privati per fornire funzioni come i riassunti delle chat. Per questo motivo, Meta ha sentito la necessità di spiegare il funzionamento del suo nuovo sistema:

“Siamo entusiasti di condividere una prima panoramica di Private Processing, una tecnologia che abbiamo costruito per supportare le esigenze delle persone e permettere l’uso dell’IA in modo sicuro e rispettoso della privacy”.

Il sistema si basa su un’infrastruttura di confidential computing all’interno di un Trusted Execution Environment (TEE), che offre servizi come suggerimenti di scrittura o riassunti delle conversazioni.

Inoltre, come nel modello Apple, anche Private Processing seguirà una logica di elaborazione senza stato e sicurezza avanzata, eliminando ogni traccia una volta conclusa la sessione. In questo modo, anche in caso di attacchi, non sarà possibile recuperare alcun dato passato.

Meta ha promesso che tutti i dettagli tecnici saranno disponibili sul suo blog tecnico, nel tentativo di placare le polemiche e ristabilire un rapporto di fiducia con gli utenti.