BSV contro Binance: la battaglia legale per il delisting si riaccende
Gli investitori di Bitcoin Satoshi’s Vision (BSV) stanno tentando di rilanciare una causa legale contro Binance.


Gli investitori di Bitcoin Satoshi’s Vision (BSV) stanno tentando di rilanciare una causa legale contro Binance, una delle principali piattaforme di scambio di criptovalute al mondo, accusandola di aver danneggiato in modo significativo il valore e la visibilità della moneta digitale attraverso il suo delisting.
BSV: un fork con una storia complessa
Il mondo delle criptovalute torna sotto i riflettori con il riaccendersi di una controversia che affonda le sue radici nel 2019. Per comprendere la portata della vicenda, è necessario fare un passo indietro. BSV è un hard fork di Bitcoin Cash (BCH), a sua volta derivato dal network originale di Bitcoin (BTC). Attualmente, BSV viene scambiato a circa 42 dollari, ma il suo percorso è stato tutt’altro che lineare.
Nel 2019, Binance ha deciso di rimuovere BSV dalla sua piattaforma, una mossa che ha avuto ripercussioni significative sul destino della criptovaluta. La decisione è stata motivata da preoccupazioni legate agli standard di quotazione della piattaforma, ma molti investitori ritengono che si tratti di una scelta arbitraria e dannosa.
Gli investitori di BSV chiedono giustizia: Binance e Kraken nel mirino
Secondo quanto riportato da Law360, i sostenitori di BSV hanno chiesto al UK Competition Appeal Tribunal di riconsiderare una sentenza emessa nel luglio 2024, che aveva respinto la loro richiesta di risarcimento per “perdita di opportunità”.
La causa iniziale mirava a ottenere 9 miliardi di dollari in danni, ma ora gli investitori sostengono che la cifra potrebbe salire fino a 10 miliardi di sterline (circa 13 miliardi di dollari) se il procedimento dovesse proseguire.
Il team legale degli investitori sottolinea che BSV non si è mai ripreso dal delisting e continua a soffrire a causa della mancanza di visibilità e accesso al trading. Nonostante un modesto aumento del 15% nel prezzo del token dopo la notizia della riapertura del caso, la criptovaluta rimane in una fase di declino costante, incapace di conquistare una quota di mercato significativa o una posizione di rilievo nel panorama delle blockchain.
Il ruolo controverso di Craig Wright
Alla base della decisione di Binance di rimuovere BSV vi sono anche le controverse affermazioni del suo creatore, Craig Wright, che da anni sostiene – senza fornire prove concrete – di essere Satoshi Nakamoto, il misterioso fondatore di Bitcoin. L’ex CEO di Binance, Changpeng Zhao (CZ), aveva pubblicamente avvertito che il comportamento di Wright avrebbe potuto portare al delisting del token.
Nel tempo, BSV è stato anche vittima di diversi attacchi del tipo 51%, episodi che hanno ulteriormente minato la fiducia nella sicurezza e stabilità della sua blockchain. Questi eventi hanno alimentato lo scetticismo attorno alla sostenibilità del progetto, nonostante gli sforzi legali dei suoi sostenitori.
La battaglia legale entra nel vivo
Il caso, intitolato “BSV Holdings Limited vs crypto exchanges”, è attualmente in corso presso la Royal Court of Justice di Londra. Oltre a Binance, anche altre piattaforme come Kraken sono coinvolte nella disputa. Secondo un aggiornamento pubblicato da BitMEX Research, le borse di scambio avevano tentato di bloccare il processo prima che arrivasse in tribunale, ma senza successo. Ora, Binance sta cercando di ottenere l’annullamento del caso in appello.
Gli osservatori si aspettano che Binance presenti argomentazioni tecniche e poco coinvolgenti, rendendo la giornata in aula meno spettacolare, ma comunque cruciale per il futuro del caso. Le probabilità che il procedimento venga completamente annullato in questa fase sono considerate basse.
CZ e la richiesta di grazia presidenziale
In un’altra svolta che ha attirato l’attenzione dei media, Changpeng Zhao ha confermato di aver presentato una richiesta formale di grazia presidenziale. Dopo aver inizialmente negato le indiscrezioni, l’ex CEO di Binance ha ammesso, durante un’intervista al podcast Farokh Radio andato in onda il 6 maggio, che il suo team legale ha effettivamente inoltrato la richiesta.
“Ho degli avvocati che stanno facendo domanda,” ha dichiarato Zhao, spiegando che la decisione è arrivata dopo che testate come Bloomberg e The Wall Street Journal avevano riportato la notizia. “Se stanno scrivendo questi articoli, tanto vale fare domanda ufficialmente,” ha aggiunto.
Zhao si è dichiarato colpevole nel novembre 2023 di aver violato il Bank Secrecy Act, nell’ambito di un accordo con le autorità statunitensi. L’intesa ha comportato il pagamento di 4,3 miliardi di dollari da parte di Binance, con Zhao che ha contribuito personalmente con 50 milioni. È stato condannato a quattro mesi di carcere e gli è stato vietato di ricoprire ruoli dirigenziali all’interno della piattaforma.
Nuovi orizzonti per l’ex CEO di Binance
Dopo la condanna, Zhao ha cambiato rotta, dedicandosi a un’attività di consulenza internazionale. Attualmente, fornisce supporto a governi come quelli di Pakistan e Kirghizistan, aiutandoli a sviluppare regolamentazioni per il settore crypto e a integrare la blockchain nei loro sistemi economici.
La causa tra BSV e Binance rappresenta molto più di una semplice disputa commerciale. Al centro della questione vi è il potere delle piattaforme di scambio di influenzare il destino di un progetto crypto attraverso decisioni unilaterali come il delisting. Se il tribunale dovesse dare ragione agli investitori, si aprirebbe un precedente potenzialmente rivoluzionario per l’intero ecosistema delle criptovalute.
Nel frattempo, la comunità osserva con attenzione l’evolversi della vicenda, consapevole che il verdetto potrebbe ridefinire i rapporti tra exchange, progetti blockchain e investitori.