Meta contro FTC: “Nessun monopolio, solo crescita e innovazione”
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Meta, società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha presentato una mozione per chiedere al tribunale l’archiviazione della causa antitrust intentata dalla Federal Trade Commission (FTC). L’azienda guidata da Mark Zuckerberg respinge con fermezza le accuse, sostenendo che le acquisizioni di Instagram e WhatsApp non hanno determinato alcuna situazione di monopolio.
Secondo la posizione espressa da Meta, la FTC non avrebbe fornito prove sufficienti per dimostrare l’esistenza di un monopolio vero e proprio. Un punto chiave della difesa riguarda la natura gratuita delle app coinvolte: non essendoci un prezzo di accesso, gli strumenti classici per valutare il potere monopolistico – basati sul prezzo – risulterebbero inadatti.
Le acquisizioni? “Hanno migliorato i servizi”
Meta sottolinea che le acquisizioni hanno portato benefici tangibili agli utenti e non hanno ridotto la qualità o la disponibilità dei servizi. A supporto di questa tesi, viene citato l’evoluzione di Instagram, passata da semplice app per la condivisione di foto a piattaforma globale con funzioni avanzate e alto tasso di engagement.
Anche WhatsApp è stato menzionato come esempio: prima dell’acquisizione, era solo un’app di messaggistica senza pubblicità né funzioni social. Secondo Meta, non costituiva una minaccia diretta a Facebook, né intendeva diventarlo.
“La FTC si basa su ipotesi speculative”
Nel documento presentato in tribunale, Meta accusa la FTC di aver basato le proprie argomentazioni su congetture prive di fondamento reale. Viene inoltre contestato il mancato riferimento a una quota di mercato superiore al 60%, specialmente in un panorama competitivo che include TikTok, YouTube e Snapchat. L’azienda fa anche notare la crescente somiglianza tra le funzioni di Instagram e TikTok, per dimostrare che il mercato è tutt’altro che privo di concorrenza.
Si attende la risposta del tribunale
Meta conclude chiedendo una decisione favorevole da parte del giudice, sostenendo che la FTC non sia riuscita a dimostrare alcuna violazione antitrust concreta. Il procedimento potrebbe avere un impatto rilevante non solo sull’azienda, ma sull’intera discussione riguardante la regolamentazione delle big tech.
Nel frattempo, si attende la replica ufficiale da parte della FTC e la pronuncia della corte, che dovranno valutare se la causa può proseguire o se verrà effettivamente archiviata.
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