Rootstock Q1 2025: crescita tecnica, riduzione costi e nuova interoperabilità per la sidechain di Bitcoin

Crollano le transaction fee: -60% in un trimestre

Mag 8, 2025 - 16:10
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Rootstock Q1 2025: crescita tecnica, riduzione costi e nuova interoperabilità per la sidechain di Bitcoin

Rootstock, la sidechain permissionless di Bitcoin dedicata agli smart contract, ha concluso il primo trimestre del 2025 con risultati significativi sia sul piano tecnico che sull’adozione infrastrutturale. 

Il report trimestrale curato da Messari Research e commissionato da RootstockLabs fotografa un ecosistema in piena trasformazione, spinto da un incremento storico nel merged mining, nuove integrazioni cross-chain e importanti ottimizzazioni di rete.

Record storico nel merged mining di Rootstock: 81% dei miner Bitcoin coinvolti

Il dato più rilevante di questo trimestre è rappresentato dal coinvolgimento record dei miner Bitcoin nel merged mining, che ha raggiunto una media dell’81%, rispetto al 56,4% del Q4 2024. 

Questo salto quantitativo è stato trainato dall’ingresso di Foundry USA Pool, attualmente il più grande pool di mining Bitcoin al mondo.

Il merged mining permette ai miner di processare blocchi su più blockchain compatibili con Proof-of-Work (PoW) senza consumare risorse aggiuntive. Per Rootstock, significa una maggiore sicurezza della rete e una più stretta connessione con l’ecosistema Bitcoin. 

Il livello attuale dell’81% rappresenta il massimo storico per la piattaforma dal suo lancio nel 2018.

Parallelamente, la rete ha visto una riduzione del 60% nelle fee medie per transazione, una delle iniziative centrali introdotte dal team core in collaborazione con i partner di merged mining. 

L’obiettivo è duplice: da un lato, ridurre le barriere d’ingresso per sviluppatori e utenti; dall’altro, aumentare la competitività rispetto ad altre piattaforme EVM-compatibili con fee molto basse, come Polygon o BSC.

Questa scelta ha comportato un impatto diretto sul fatturato della rete, che è sceso da 4,30 rBTC a 3,27 rBTC trimestre su trimestre (-24%). Si tratta però di un trade-off strategico, volto a stimolare maggiore attività on-chain e TVL (Total Value Locked) nel medio periodo.

Un altro passo chiave nella roadmap infrastrutturale è stata l’integrazione con LayerZero, protocollo di messaggistica cross-chain tra i più usati nel panorama DeFi. 

Questa integrazione ha portato il bridge Stargate su Rootstock, consentendo il trasferimento di asset tra oltre 100 blockchain, tra cui Ethereum, Arbitrum, Optimism, Solana e ora anche Rootstock.

L’interoperabilità è una sfida centrale per ogni Layer 1 alternativo, e la possibilità di utilizzare Stargate apre Rootstock a una platea di sviluppatori e capitali molto più ampia, in particolare dal mondo EVM e Cosmos.

Upgrade Lovell 7.0.0: compatibilità EVM potenziata

Nel trimestre si è inoltre concretizzato l’upgrade Lovell 7.0.0, progettato per aumentare la compatibilità con la Ethereum Virtual Machine (EVM). 

Rootstock utilizza una propria variante chiamata Rootstock Virtual Machine (RVM), altamente compatibile con Solidity ma con caratteristiche di sicurezza e sincronizzazione proprie.

L’upgrade ha introdotto:

  • Miglioramenti nel gas estimator
  • Più efficiente gestione della memoria
  • Ottimizzazione della sincronizzazione dei nodi (sync time ridotto del 30%)
  • Faster Transactions Protocol, per finalità near real-time

Il TVL complessivo della DeFi su Rootstock si è mantenuto stabile, nonostante le fee più basse. I dati evidenziano una leggera contrazione nella dominance di USDT, che comunque rimane lo stablecoin principale con il 27,58%, mentre DOC e DLLR guadagnano quote significative.

Nel dettaglio:

  • USDT:27,58%
  • DOC (Money On Chain): in crescita costante
  • DLLR (Dollar on Rootstock): adozione crescente grazie a incentivi DAO

In totale, il TVL DeFi resta sotto i 100 milioni di dollari, ma con un trend positivo in utenti attivi e protocolli connessi.

Tra i protocolli DeFi attivi su Rootstock si segnalano:

  • Sovryn: piattaforma di margin trading, lending e stablecoin
  • Money On Chain: emittente di DOC, un collateral-backed stablecoin su Bitcoin
  • Tropykus: DeFi protocol orientato ai mercati emergenti, specialmente in America Latina

In ambito wallet, Rootstock registra l’adozione crescente di:

  • RIF Wallet
  • MetaMask (tramite plugin)
  • Liquality
  • Xaman Wallet (ex Xverse)

La nuova integrazione con Flyover, il fast bridge trust-minimized sviluppato da Rootstock, consente a wallet di terze parti di offrire depositi da BTC a rBTC in pochi minuti, senza attendere le 100 conferme classiche.

Il ponte crittografico Powpeg, che gestisce il collegamento 1:1 tra BTC e rBTC, ha visto un importante aggiornamento al proprio modello di sicurezza. Ora supporta firme threshold più avanzate, resistenza contro attacchi byzantine e un tempo medio di conversione migliorato.

Powpeg rappresenta un unicum nel panorama dei Layer 2 Bitcoin: è un sistema semi-decentralizzato con un set di custodi multipli (federation) che richiede consenso multi-firma per rilasciare BTC o mintare rBTC. 

L’aggiornamento del Q1 ha ridotto la latenza delle operazioni cross-chain e aumentato la resilienza dell’infrastruttura.

Governance decentralizzata in crescita: DAO, grant e roadmap

Il RootstockCollective DAO ha continuato a espandersi nel Q1 2025, finanziando iniziative attraverso il token RIF e incentivando progetti di pubblico interesse per l’ecosistema.

Tra le principali iniziative finanziate:

  • Estensione del programma Bug Bounty
  • Sviluppo di SDK per sviluppatori DeFi
  • Programmi di educazione Web3 in America Latina

In parallelo, sono stati annunciati nuovi Rootstock Ambassador Programs in Brasile, Argentina e Nigeria, dove Rootstock intende consolidare la propria posizione come Layer 1 alternativo per l’inclusione finanziaria.

Un esperimento tecnico interessante citato nel report riguarda BitVMX, una variante sperimentale di BitVM (Bitcoin Virtual Machine), sviluppata con l’obiettivo di abilitare smart contract direttamente su Bitcoin attraverso sistemi simili a zkVM.

RootstockLabs, pur non implementandola ancora sulla mainnet, ha avviato un progetto di ricerca con l’obiettivo di portare verifiche zk on-chain su Bitcoin, con interoperabilità tra BitVMX e RVM. Si tratta di uno sviluppo pionieristico che potrebbe aprire a una nuova categoria di applicazioni decentralizzate Bitcoin-native.

Il primo trimestre del 2025 si chiude per Rootstock con numeri chiari: crescita tecnica sostenuta, riduzione dei costi di transazione, maggiore interoperabilità e un coinvolgimento senza precedenti da parte dei miner Bitcoin.

Tuttavia, restano sfide significative:

  • TVL ancora modesto rispetto ai principali Layer 1/2
  • Dipendenza dalla crescita DeFi e stablecoin adoption
  • Necessità di più casi d’uso consumer-friendly

Con l’arrivo di Rootstock Bamboo, la nuova rete Layer 2 sviluppata da IOV Labs su zkSync, e la progressiva apertura all’interoperabilità cross-chain, il 2025 potrebbe rappresentare l’anno di svolta per Rootstock come piattaforma smart contract Bitcoin-based.