Analisi tecnica e fondamentale sul token PI (Pi Network)
Il token Pi Network (PI) è tornato al centro dell’attenzione grazie al superamento della soglia psicologica di 1 dollaro.


Negli ultimi mesi, Pi Network è tornata al centro dell’attenzione grazie al superamento, l’11-12 maggio 2025, della soglia psicologica di 1 dollaro per token: il prezzo ha toccato un picco di 1,29$, con un balzo giornaliero del 35% e oltre 1,4 miliardi di dollari di volume. Il movimento rialzista ha spinto la capitalizzazione sopra gli 8 miliardi, portando Pi a insidiare nomi storici come Litecoin e Bitcoin Cash.
Fondamenta e visione del progetto Pi Network
Pi Network nasce dall’ambizione di rendere la blockchain accessibile “alle persone comuni”, un tema caro ai due fondatori, entrambi PhD di Stanford: Dr. Nicolas Kokkalis, esperto di sistemi distribuiti e human-computer interaction, e Dr. Chengdiao Fan, antropologa che studia la collaborazione su larga scala. L’esperienza accademica dei due, unita all’insegnamento del primo del corso CS359B (decentralized apps) a Stanford nel 2018, conferisce credibilità tecnica e scientifica all’iniziativa.
PI (Pi Network): tokenomics e meccanismo di mining
Il modello d’emissione di PI combina un forte incentivo iniziale (3,14 PI/ora alla nascita) con un declino esponenziale che si accentua mano a mano che la rete cresce. Dopo vari tagli, ad aprile 2025 il tasso base è sceso fino a 0,0029 PI/ora; a inizio maggio è risalito leggermente a 0,0030 PI/ora, segnalando che il Core Team sta modulando l’offerta in base a condizioni di mercato e partecipazione degli utenti.
Il mining non richiede potenza di calcolo: la sicurezza si basa su Proof-of-Engagement e sulle Security Circles, gruppi di utenti che si attestano a vicenda l’identità, riducendo l’uso di energia e scoraggiando i bot.
Ecosistema e adozione nel mondo reale
Uno dei punti di forza di Pi è la spinta l’utilità concreta. L’evento PiFest 2024 ha registrato oltre 27 000 venditori attivi (più 28 000 “in prova”) distribuiti in 160 paesi, con quasi un milione di utenti che hanno usato l’app Map of Pi per localizzare attività che accettano il token. Questa massa critica di micro-commercianti, affiancata al Pi Browser e al wallet nativo, mostra i primi segnali di un’economia interna funzionante.
Quotazione sugli exchange e performance di mercato
Il vero cambio di passo nel sentiment è arrivato con l’apertura dell’Open Mainnet (20 febbraio 2025) e i listing “non ufficiali” su piattaforme centralizzate di primo piano: OKX, Bitget, MEXC, KuCoin, Bybit, Gate.io e altre. Queste piazze forniscono profondità di mercato e visibilità, pur in assenza, finora, di un listing “ufficiale” approvato dal Core Team.
Sul fronte tecnico, la rottura al rialzo di tutte le medie mobili a 10, 20 e 50 giorni, unita a un RSI in area 85, segnala forte momentum; in ottica di medio periodo, tuttavia, il prezzo resta sotto del 57 % dal massimo storico di 2,99$ (26 febbraio 2025), evidenziando potenziale ma anche volatilità.
Catalizzatori futuri
Il mercato guarda ora a due driver principali:
- Annuncio del 14 maggio 2025 – il Core Team ha preannunciato un aggiornamento “significativo”, senza dettagli. Le speculazioni spaziano dall’apertura totale dell’Open Network a partnership commerciali globali.
- Consensus 2025 – la presenza di Kokkalis come speaker al summit di Austin potrebbe offrire un palcoscenico istituzionale utile per chiarire roadmap e tempistiche di eventuali listing regolamentati (es. Binance) o di nuove funzioni DeFi.
Rischi, sfide e considerazioni critiche
- KYC e compliance – Pi applica la politica “un account per persona” tramite una soluzione KYC ibrida (algoritmi + verifica umana). Il sistema ha dimostrato di filtrare i duplicati, ma rimane laborioso: gli account nuovi devono completare 30 sessioni di mining prima di poter richiedere la verifica, e la scalabilità del processo dipende da una rete di validatori volontari.
- Liquidità e governance – l’offerta effettivamente in circolazione è ancora limitata (solo le monete migrate al mainnet sono scambiabili), mentre l’offerta totale teorica supera i 100 miliardi di PI; ciò rende il prezzo sensibile alle mosse dei “whale”, come dimostrato da recenti trasferimenti di decine di milioni di token fuori dagli exchange.
- Dipendenza dal Core Team – finché l’Open Network non sarà pienamente operativo e il codice non verrà rilasciato in modalità open-source, il livello di decentralizzazione resta inferiore a progetti più maturi; ciò può frenare l’adozione istituzionale.
Conclusioni
Pi Network sta vivendo una fase cruciale: l’exploit del prezzo, i listing CEX e l’espansione del commercio reale indicano che la community di 50+ milioni di “Pioneers” sta guadagnando massa critica. Tuttavia, la sostenibilità a lungo termine dipenderà dalla capacità di mantenere il tasso di crescita dell’ecosistema, gestire l’inflazione dei token e attuare un’apertura realmente decentralizzata della rete.
Per gli investitori, Pi resta un asset ad alto potenziale ma altrettanto alto rischio: chi vuole esporsi dovrebbe valutare un orizzonte di lungo periodo e la consapevolezza che il progetto è ancora in transizione dai test di comunità a un’economia blockchain pienamente autonoma.