Coinbase: crollo in Borsa dopo la violazione dati e indagine SEC
Coinbase sotto i riflettori: tra cyberattacchi e indagini regolatorie


Coinbase è tornata al centro delle cronache finanziarie, con un brusco crollo, dopo che un cyber attacco e un’indagine della Securities and Exchange Commission (SEC) hanno messo a dura prova la fiducia dei bull e bear.
Giovedì 15 maggio, la notizia della violazione dei dati clienti e il procedimento regolatorio in corso hanno fatto scivolare il titolo Coinbase (COIN) del 7% nelle contrattazioni after-hours, portando il valore delle azioni a 244 dollari.
Questa flessione riflette la doppia pressione che l’exchange statunitense di asset digitali sta affrontando. Ovvero da un lato una significativa esposizione a rischi informatici, dall’altro una persistente attenzione delle autorità di vigilanza sui dati forniti al pubblico e agli investitori.
Coinbase al centro dell’attenzione: cyberattacco e indagine SEC portano il crollo del titolo del 7%
La SEC – autorità di controllo dei mercati finanziari – ha avviato una verifica su Coinbase relativamente alle dichiarazioni circa il numero di utenti verificati rese pubbliche nel 2021, in particolare durante la quotazione in Borsa.
L’agenzia contesta la veridicità del dato riportato all’epoca nella documentazione di marketing e IPO, dove Coinbase presentava oltre 100 milioni di utenti verificati.
Il procedimento regolatorio non è una novità assoluta, dato che tale indagine aveva avuto origine sotto l’amministrazione Biden e si è protratta anche con l’attuale amministrazione Trump.
Un dettaglio importante: l’exchange ha smesso di utilizzare il parametro degli “utenti verificati” nel 2022. Scegliendo dunque di riferire metriche considerate più pertinenti, come gli “utenti mensili attivi”, cioè il numero effettivo di persone che utilizzano la piattaforma ogni mese.
Paul Grewal, chief legal officer di Coinbase, ha confermato che l’inchiesta SEC è legata a una metrica dismessa da circa due anni e mezzo. Specificando che tale cambiamento fu comunicato apertamente al pubblico.
Grewal ha aggiunto che la società continua a dichiarare con trasparenza il dato degli “utenti mensili transazionanti”, ritenuto maggiormente rappresentativo dell’attività reale della piattaforma.
Nonostante la fiducia di Coinbase che l’investigazione non dovrà proseguire ulteriormente, la società – con l’assistenza dello studio legale Davis Polk & Wardwell – sta collaborando con la SEC per definire la questione.
Violazione dei dati e tentativo di estorsione
L’attenzione sul fronte della cybersicurezza si è accesa dopo la conferma della società di essere stata vittima di un attacco informatico, sfociato in un tentativo di estorsione da 20 milioni di dollari.
Secondo quanto trapelato, i cybercriminali si sarebbero anche avvalsi della collaborazione di operatori di supporto esterni. Coinbase, tuttavia, ha rifiutato categoricamente di versare il riscatto richiesto.
In risposta all’attacco, l’azienda ha dichiarato che rimborserà i clienti che hanno subito perdite a causa di attacchi di phishing legati all’incidente. Le spese totali per la risoluzione e il risarcimento delle vittime sarebbero comprese tra i 180 e i 400 milioni di dollari.
La duplice notizia – l’inchiesta federale e la violazione della sicurezza – ha scosso la community finanziaria e in particolare i bull e i bear.
Il titolo COIN, già soggetto a forte volatilità nel settore degli asset digitali, ha registrato una significativa diminuzione del valore, segnalando un’ondata di sfiducia e preoccupazione.
Se da un lato la mancata corresponsione del riscatto potrebbe essere vista come un segnale di bull e trasparenza, dall’altro le perdite derivate e le potenziali responsabilità regolatorie evidenziano la pressione che grava sulle piattaforme di negoziazione ad alto impatto come bear.
Uno degli aspetti chiave emersi dall’indagine SEC riguarda l’esattezza e la trasparenza delle metriche dichiarate. Il focus sulle definizioni di “utenti verificati” rispetto a “utenti mensili attivi” è centrale per la corretta valutazione delle aziende fintech e degli exchange di asset digitali.
L’interrogativo che permane è se la comunicazione degli oltre 100 milioni di utenti verificati abbia effettivamente rappresentato lo stato reale della base utenti al momento della quotazione. Oppure se la comunicazione sia stata fuorviante per investitori e regolatori.
Coinbase sottolinea di aver abbandonato questo indicatore per fornire dati più aderenti all’utilizzo effettivo della piattaforma, mantenendo la linea della trasparenza.
Collaborazione con la SEC e prospettive legali
Nonostante la Securities and Exchange Commission abbia archiviato una causa precedente contro Coinbase nel 2023, la nuova amministrazione non ha interrotto la verifica sulle metriche utente.
L’azienda ha ribadito la volontà di collaborare per giungere rapidamente alla chiusura dell’indagine.
Sul fronte legale, l’assistenza dello studio Davis Polk & Wardwell rafforza la posizione dell’exchange e dimostra la serietà con cui Coinbase affronta sia i temi regolatori sia le questioni di sicurezza.
La vicenda evidenzia la necessità di metriche uniformi e trasparenti per il settore degli asset finanziari digitali.
La distinzione tra semplici iscritti (“verificati”) e utenti che realmente effettuano operazioni (“mensili attivi”) rappresenta un nodo cruciale per la comprensione della solidità e della crescita di queste piattaforme, anche in relazione a Bitcoin e agli altri asset gestiti, in un mercato caratterizzato da tendenze bull e bear.
I recenti eventi che hanno coinvolto Coinbase sottolineano come la resilienza operativa e la trasparenza nella comunicazione agli investitori siano fondamentali nell’attuale contesto finanziario, sempre più digitale e regolamentato.
Da una parte, la gestione reattiva dell’attacco informatico e le misure di rimborso mostrano impegno nella tutela dei clienti. Dall’altra, l’adattamento alle richieste dei regolatori sulle metriche utente testimoniano una crescente maturità istituzionale.
Il mercato, tuttavia, risponde severamente a ogni fragilità percepita, e le oscillazioni di COIN ne sono un chiaro segnale.
Resta centrale per Coinbase e per l’intero segmento degli asset digitali la capacità di ricostruire la fiducia degli investitori, rafforzando standard di trasparenza e sicurezza.
Guardando avanti, la vicenda potrebbe spingere non solo Coinbase ma tutto il settore degli asset digitali a ridefinire standard di reporting più stringenti e pratiche di sicurezza più solide.
Tutto ciò affinché la crescita, anche nei mercati con forti innovazioni come quello di Bitcoin e delle criptovalute, avvenga con una base più robusta e sostenibile.